A causa di un autunno piuttosto piovoso e freddo ed un inverno rigido con precipitazioni consistenti, le piante hanno germogliato con leggero ritardo rispetto alla media delle annate precedenti. Anche nel periodo della fioritura e dell'allegagione si sono verificate delle precipitazioni che però non hanno però compromesso la regolare formazione e crescita dei grappoli. Nella seconda metà di luglio si sono raggiunte temperature molto alte ma, a differenza di annate precedenti molto calde, ad agosto il tempo è nuovamente mutato e si sono registrate temperature inferiori alla media con frequenti precipitazioni. I mesi di settembre ed ottobre sono stati caratterizzati da temperature calde durante il giorno e fresche durante la notte, con escursioni termiche che hanno favorito una maturazione ottimale delle uve a Badia a Passignano. Le ottime condizioni climatiche hanno permesso una vendemmia delle uve Sangiovese, conclusasi nella prima settimana di ottobre, molto favorevole dal punto di vista qualitativo e quantitativo garantendo uve di altissimo livello.
La grande qualità delle uve e soprattutto le ottimali condizioni meteorologiche hanno sin da subito influenzato positivamente la potenzialità dell’annata. Oltre a questo, la particolare cura dei vigneti è stata fondamentale per portare in cantina uve di altissimo livello qualitativo. Dopo la diraspatura e una pigiatura soffice, fondamentali per il Sangiovese, il pigiato è stato portato negli appositi serbatoi per la macerazione, mostrando subito buone potenzialità sia in termini polifenolici che aromatici; con delicati rimontaggi e delestage i mosti, molto ricchi in colore, hanno terminato la fermentazione alcolica rimanendo sulle bucce per più di due settimane. I vini hanno quindi spontaneamente condotto la fermentazione malolattica (FML) in barriques ungheresi nuove da 300 l e da 225 l e, per una piccola parte, in barriques francesi nuove da 225 l, entro la fine dell’anno. Durante il successivo periodo di affinamento, durato circa 14 mesi, il vino ha confermato le sue grandi potenzialità , garantendo un’evoluzione in legno ottimale, controllata peraltro costantemente barrique per barrique. Al termine dell’invecchiamento in legno, il vino è stato imbottigliato all’origine ed ha poi proseguito il suo affinamento in bottiglia per altri 12 mesi.
Badia a Passignano Gran Selezione è prodotto esclusivamente dalla selezione delle migliori uve Sangiovese provenienti dall’omonima proprietà situata nel cuore del Chianti Classico. La zona è rinomata per la produzione vinicola sin dall’anno mille. I vigneti si estendono su un terreno ricco di roccia calcarea con una media dotazione di argilla ad un’altezza di circa 300 metri s.l.m. L’affinamento avviene nelle storiche cantine della Badia di Passignano del X secolo.
Vino rosso di grande impatto con un colore vivo di intensa tonalità . Al naso è ricco e concentrato con un aroma fruttato ben conservato nell’intensità e nella dolcezza, dove si sente il contatto con il legno equilibrato e ben dosato. In bocca è avvolgente, morbido e rotondo con un tannino presente ma setoso. La caratteristica struttura acidica fa del Badia a Passignano 2006 un vino piacevole e di indubbia longevità , adatto ad una lunga permanenza in bottiglia.
A causa di un autunno piuttosto piovoso e freddo ed un inverno rigido con precipitazioni consistenti, le piante hanno germogliato con leggero ritardo rispetto alla media delle annate precedenti. Anche nel periodo della fioritura e dell'allegagione si sono verificate delle precipitazioni che però non hanno però compromesso la regolare formazione e crescita dei grappoli. Nella seconda metà di luglio si sono raggiunte temperature molto alte ma, a differenza di annate precedenti molto calde, ad agosto il tempo è nuovamente mutato e si sono registrate temperature inferiori alla media con frequenti precipitazioni. I mesi di settembre ed ottobre sono stati caratterizzati da temperature calde durante il giorno e fresche durante la notte, con escursioni termiche che hanno favorito una maturazione ottimale delle uve a Badia a Passignano. Le ottime condizioni climatiche hanno permesso una vendemmia delle uve Sangiovese, conclusasi nella prima settimana di ottobre, molto favorevole dal punto di vista qualitativo e quantitativo garantendo uve di altissimo livello.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.