La stagione autunno-invernale è stata caratterizzata da un andamento climatico piovoso e rigido; negli ultimi giorni del 2010 si sono verificati fenomeni nevosi, seguiti da giornate fredde. I primi mesi dell’anno sono stati per contro asciutti e l’inizio della primavera mite, tanto da scongiurare ritorni di freddo. Il clima mite è proseguito anche nei primi giorni di aprile portando ad un anticipo del germogliamento delle viti di circa 10 giorni rispetto alla media storica. La stagione vegetativa è stata molto favorevole, con poche piogge e temperature miti, per arrivare al mese di luglio in cui si sono riallineate le fasi fenologiche delle viti. A partire dalla prima decade di agosto le temperature sono aumentate fino ad oltre metà settembre provocando un piccolo arresto nel processo di maturazione. Le raccolte sono iniziate il 27 Settembre e sono ultimate nella prima settimana di Ottobre.
Dopo la diraspatura, gli acini sono stati accuratamente selezionati e successivamente pigiati in maniera soffice. La fermentazione alcolica è decorsa in circa 10 giorni, a seguito dei quali i vini sono rimasti in macerazione con le bucce per ulteriori 10-12 giorni. Dopo la svinatura, sono stati immediatamente immessi in barriques per andare incontro alla fermentazione malolattica, che è decorsa in maniera spontanea entro la fine dell’anno; dopo il travaso, i vini, ancora separati in base alla provenienza del vigneto, hanno affrontato il periodo di affinamento in barriques di rovere ungherese da 225 lt, 300 lt e 500lt per un periodo di circa 18 mesi. Il vino è stato quindi imbottigliato ed ha proseguito la sua maturazione in bottiglia.
Badia a Passignano Gran Selezione è prodotto esclusivamente dalla selezione delle migliori uve Sangiovese provenienti dall’omonima proprietà situata nel cuore del Chianti Classico. La zona è rinomata per la produzione vinicola sin dall’anno mille. I vigneti si estendono su un terreno ricco di roccia calcarea con una media dotazione di argilla ad un’altezza di circa 300 metri s.l.m. L’affinamento avviene nelle storiche cantine della Badia di Passignano del X secolo.
Di colore rosso rubino intenso, al naso presenta note fruttate che si uniscono a quelle tipiche del legno per amalgamarsi armonicamente alle note balsamiche e di grafite. Al palato è ricco, con tannini dolci e vellutati seppur vibranti come è tipico della varietà. Notevole la persistenza e il retrogusto, che rimandano alle note fruttate evidenziate al naso.
James Suckling 94/100 USA Wine Enthusiast 92/100 USA Antonio Galloni 93/100 USA
La stagione autunno-invernale è stata caratterizzata da un andamento climatico piovoso e rigido; negli ultimi giorni del 2010 si sono verificati fenomeni nevosi, seguiti da giornate fredde. I primi mesi dell’anno sono stati per contro asciutti e l’inizio della primavera mite, tanto da scongiurare ritorni di freddo. Il clima mite è proseguito anche nei primi giorni di aprile portando ad un anticipo del germogliamento delle viti di circa 10 giorni rispetto alla media storica. La stagione vegetativa è stata molto favorevole, con poche piogge e temperature miti, per arrivare al mese di luglio in cui si sono riallineate le fasi fenologiche delle viti. A partire dalla prima decade di agosto le temperature sono aumentate fino ad oltre metà settembre provocando un piccolo arresto nel processo di maturazione. Le raccolte sono iniziate il 27 Settembre e sono ultimate nella prima settimana di Ottobre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.