L’andamento climatico dell’annata 2011 è stato atipico interessando soprattutto le ultime fasi della maturazione: ad un luglio con giornate assolate ma non particolarmente calde e temperature notturne fresche, ha fatto seguito un agosto particolarmente caldo e umido con minime escursioni termiche tra notte e giorno. Una buona parete fogliare dei vigneti supportata da una discreta disponibilità idrica, ha preservato i grappoli da fenomeni di bruciature e appassimento soprattutto per le varietà più precoci come lo Chardonnay. Il perdurare delle alte temperature ha reso necessaria grande tempestività nelle operazioni di vendemmia che comunque ha dato uve ricche dalle quali si sono ottenuti vini profumati ed eleganti, ben strutturati, di buona acidità e giusta gradazione alcolica che fanno presagire una buona longevità.
Le uve del Cervaro provengono da vigneti di 15/20 anni situati nei terreni circostanti il Castello della Sala, ad altitudini comprese tra 200 e 400 metri s.l.m., in suoli ricchi di fossili marini e infiltrazioni di argilla. I grappoli raccolti durante la notte, vengono refrigerati per preservarne gli aromi, prima delle operazioni di pigiatura e diraspatura. Le due varietà maturano in periodi differenti, fermentano e si affinano in modo diverso: lo Chardonnay svolge una breve macerazione a freddo (4-6 ore), fermenta poi per 18 giorni in barrique nuove di rovere francese dove rimane sui propri lieviti per sei mesi durante i quali completa la fermentazione malolattica. Il Grechetto, invece, fermenta e si affina in vasche di acciaio inox. Il vino viene poi assemblato e imbottigliato e rimane in bottiglia per ulteriori 10 mesi nelle cantine storiche del Castello della Sala, prima dell'introduzione sul mercato.
Il nome Cervaro deriva dalla nobile famiglia proprietaria del Castello della Sala nel corso del XIV secolo: i Monaldeschi della Cervara. Uve Chardonnay unite ad una piccola parte di Grechetto per un vino pensato per affinare nel tempo e rappresentare l’eleganza e la complessità di un luogo unico. Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi vini italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique con la prima annata nel 1985.
Il Cervaro della Sala 2011 si presenta di un colore giallo luminoso, con tonalità verdoline. Al naso esprime note tostate, agrumi, frutti esotici e leggere sensazioni burrose. Al palato è sapido e fresco, lungo e persistente. Da subito gradevole, lascia intravedere il grande potenziale per una futura ottima evoluzione.
James Suckling 95/100 USA Wine Advocate 94+/100 USA Guida Bibenda 2013 - A.I.S. 5 Grappoli Italia Gambero Rosso "Vini d'Italia 2014" Tre Bicchieri Italia Guida L'Espresso 18/20 Italia I Vini Di Veronelli 2014 Super Tre stelle Italia
L’andamento climatico dell’annata 2011 è stato atipico interessando soprattutto le ultime fasi della maturazione: ad un luglio con giornate assolate ma non particolarmente calde e temperature notturne fresche, ha fatto seguito un agosto particolarmente caldo e umido con minime escursioni termiche tra notte e giorno. Una buona parete fogliare dei vigneti supportata da una discreta disponibilità idrica, ha preservato i grappoli da fenomeni di bruciature e appassimento soprattutto per le varietà più precoci come lo Chardonnay. Il perdurare delle alte temperature ha reso necessaria grande tempestività nelle operazioni di vendemmia che comunque ha dato uve ricche dalle quali si sono ottenuti vini profumati ed eleganti, ben strutturati, di buona acidità e giusta gradazione alcolica che fanno presagire una buona longevità.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.