Ad un inverno rigido e con scarse piogge si è succeduta una primavera caratterizzata da giornate miti e temperature al di sopra delle medie stagionali. A partire dal mese di giugno fino ad agosto le giornate calde e l’assenza di precipitazioni hanno determinato una maturazione anticipata delle uve, in particolare nelle varietà più precoci come lo Chardonnay. Verso la fine dell’estate la pioggia ha regalato alle varietà più tardive come il Grechetto un po’ di sollievo ed ha permesso a quest’ultima di raggiungere un buon grado di maturazione mantenendo freschezza e fragranza. Alcuni accorgimenti, abbinati ad un’attenta e tempestiva raccolta iniziata durante la seconda settimana di agosto, hanno garantito la sanità e la freschezza delle uve permettendo di produrre un vino con un buon equilibrio tra acidità e grado alcolico.
Chardonnay e Grechetto sono stati vinificate separatamente; i mosti di Chardonnay sono rimasti a contatto con le proprie bucce dalle 4 alle 6 ore ad una temperatura di circa 10°C, per poi essere trasferiti in barriques nuove da 225 l. di rovere francese dove la fermentazione alcolica ha avuto luogo per 18 giorni circa. Il vino è rimasto sui propri lieviti in barriques per circa 6 mesi, durante i quali ha completato la fermentazione malolattica. Il Grechetto, invece, è fermentato e affinato in contenitori di acciaio inox. Il vino è stato quindi assemblato e imbottigliato ed è rimasto in bottiglia per ulteriori 10 mesi nelle cantine storiche del Castello della Sala, prima dell'introduzione sul mercato.
Il nome Cervaro deriva dalla nobile famiglia proprietaria del Castello della Sala nel corso del XIV secolo: i Monaldeschi della Cervara. Uve Chardonnay unite ad una piccola parte di Grechetto per un vino pensato per affinare nel tempo e rappresentare l’eleganza e la complessità di un luogo unico. Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi vini italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique con la prima annata nel 1985.
Si presenta di un colore giallo luminoso, con tonalità verdognole. Nonostante l’annata calda, grazie ad una vendemmia un po’ anticipata, mantiene la freschezza e sapidità tipiche del suo stile mediterraneo. Regala all’olfatto sensazioni di camomilla, pietra focaia e frutti esotici. Al palato spiccano note minerali che si fondono elegantemente con le note vanigliate e burrose.
Gambero Rosso "Vini d'Italia 2015" Tre Bicchieri Italia I Vini Di Veronelli 2015 Super Tre Stelle Italia Annuario L. Maroni 90/100 Italia Guida Bibenda 2015 5 Grappoli Italia James Suckling 96/100 USA
Ad un inverno rigido e con scarse piogge si è succeduta una primavera caratterizzata da giornate miti e temperature al di sopra delle medie stagionali. A partire dal mese di giugno fino ad agosto le giornate calde e l’assenza di precipitazioni hanno determinato una maturazione anticipata delle uve, in particolare nelle varietà più precoci come lo Chardonnay. Verso la fine dell’estate la pioggia ha regalato alle varietà più tardive come il Grechetto un po’ di sollievo ed ha permesso a quest’ultima di raggiungere un buon grado di maturazione mantenendo freschezza e fragranza. Alcuni accorgimenti, abbinati ad un’attenta e tempestiva raccolta iniziata durante la seconda settimana di agosto, hanno garantito la sanità e la freschezza delle uve permettendo di produrre un vino con un buon equilibrio tra acidità e grado alcolico.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.