L’annata 2014 si è contraddistinta per un inverno mite con temperature superiori alla media stagionale e abbondanza di piogge. In primavera e all’inizio dell’estate le piogge hanno creato preziose riserve nel sottosuolo. A fine estate si sono verificate importanti escursioni termiche tra il giorno e notte, che hanno creato le condizioni per una maturazione lenta ed equilibrata. Il clima mite di settembre ha permesso di poter organizzare la vendemmia in condizioni ottimali anche grazie al lavoro meticoloso svolto in vigna nel periodo vegetativo che, soprattutto in annate complesse come queste, garantisce la qualità della produzione e l’indiscutibile sanità delle uve. La vendemmia dello Chardonnay è iniziata verso la prima decade di settembre con circa una decina di giorni di ritardo rispetto alla media mentre, la raccolta del Grechetto, che fisiologicamente matura dopo un paio di settimane, si è conclusa verso la fine dello stesso mese.
La vendemmia delle uve del Cervaro richiede particolare cura: per evitare spiacevoli processi ossidativi o estrazione di tannini indesiderati, la raccolta viene svolta nelle primissime ore del mattino in modo da far giungere in cantina frutti integri e non stressati dalle alte temperature del giorno. L’attenzione per le uve continua anche in cantina, grazie alla particolare struttura della stessa, concepita per sfruttare il principio di gravità e quindi evitare interventi meccanici sulle uve e sui mosti che per caduta, dopo una macerazione pellicolare a 10 °C per circa quattro ore, vengono immessi in serbatoi di decantazione dove illimpidiscono prima di essere trasferiti in barriques. E' qui che avviene la fermentazione alcolica seguita da quella malolattica; è proprio quest'ultima che detta legge e stabilisce la permanenza del vino in barriques. Solitamente in cinque mesi tutti i lotti di Chardonnay sono pronti per essere trasferiti nei serbatoi e assemblati con il Grechetto, che invece viene vinificato separatamente. Dopo l'imbottigliamento, il Cervaro della Sala viene ad affinare in bottiglia per almeno 12 mesi presso le storiche cantine del Castello della Sala.
Il nome Cervaro deriva dalla nobile famiglia proprietaria del Castello della Sala nel corso del XIV secolo: i Monaldeschi della Cervara. Uve Chardonnay unite ad una piccola parte di Grechetto per un vino pensato per affinare nel tempo e rappresentare l’eleganza e la complessità di un luogo unico. Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi vini italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique con la prima annata nel 1985.
Dal colore giallo brillante con riflessi verdi, il Cervaro 2014 si presenta con un bouquet ricco, complesso e fresco, dagli aromi delicati di burro di nocciola e di vaniglia e fiori bianchi. È elegante al palato, caratterizzato da un’incredibile mineralità. Il delicato sapore della tostatura si unisce armoniosamente alla struttura esaltando le note tropicali ed agrumate.
James Suckling 96/100 USA Wine Spectator 91/100 USA Wine Enthusiast 89/100 USA Gambero Rosso Tre Bicchieri Italia Daniele Cernilli 98/100 Italia
L’annata 2014 si è contraddistinta per un inverno mite con temperature superiori alla media stagionale e abbondanza di piogge. In primavera e all’inizio dell’estate le piogge hanno creato preziose riserve nel sottosuolo. A fine estate si sono verificate importanti escursioni termiche tra il giorno e notte, che hanno creato le condizioni per una maturazione lenta ed equilibrata. Il clima mite di settembre ha permesso di poter organizzare la vendemmia in condizioni ottimali anche grazie al lavoro meticoloso svolto in vigna nel periodo vegetativo che, soprattutto in annate complesse come queste, garantisce la qualità della produzione e l’indiscutibile sanità delle uve. La vendemmia dello Chardonnay è iniziata verso la prima decade di settembre con circa una decina di giorni di ritardo rispetto alla media mentre, la raccolta del Grechetto, che fisiologicamente matura dopo un paio di settimane, si è conclusa verso la fine dello stesso mese.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.