Il Laudemio era, nella tradizione medievale, la parte del raccolto riservata al signore. Il Laudemio dei Marchesi Antinori mantiene quello che il suo nome “dichiara”: il meglio dagli oliveti delle Tenute del Chianti, coltivato e prodotto esclusivamente per raggiungere la qualità, senza nessuna mediazione. Pur essendo tipico, manifesta caratteristiche organolettiche peculiari che lo rendono inconfondibile.
L’inverno, caratterizzato da precipitazioni e da temperature al di sotto della media, ha preceduto un inizio primavera generalmente fresco. Il clima tendenzialmente caldo a partire da giugno ha sancito l’inizio de un’estate regolare, priva di picchi di calore. Le piogge non troppo abbondanti hanno consentito alle drupe di accrescersi e svilupparsi al meglio. La raccolta è iniziata durante la metà del mese di ottobre, in anticipo rispetto alla media, e si è conclusa nei primi giorni di novembre.
La zona di produzione dell'olio Laudemio è particolarmente vocata alla olivicoltura di pregio grazie alla natura del terreno, all'esposizione ed al clima, caratterizzato da notevoli differenze di temperatura fra estate ed inverno. L'altitudine media degli oliveti è compresa tra i 300-350 mt. s.l.m.
Il Consorzio per la Valorizzazione dell'olio della Toscana Centrale nasce nel 1990 per disciplinare, attraverso severe regole, la produzione dell'olio Laudemio. Questo Consorzio si differenzia nell'ambito del settore produttivo olivicolo per le seguenti norme fondamentali: - Origine del prodotto esclusivamente dalla zona dei Colli della Toscana Centrale determinata con decreto Ministeriale; - Classificazione degli oliveti in base al terreno, alla varietà, all'epoca e criteri di impianto e di coltivazione e loro iscrizione ad un preciso albo; - Controllo dell'intero ciclo produttivo e delle sue modalità di esecuzione, dalle pratiche colturali dell'olivo fino all'imbottigliamento del "Laudemio".
Le olive, provenienti dagli oliveti opportunamente selezionati, vengono raccolte esclusivamente a mano in epoca precoce rispetto alla piena maturazione e vengono avviate alla frangitura tassativamente entro 12 ore dal loro arrivo nel frantoio. Il ciclo di lavorazione, dopo l'eliminazione delle foglie a mezzo di una macchina defogliatrice, prevede una frangitura a martelli; la pasta così ottenuta passa alla gramolatrice, dove, ad una temperatura tra i 20-22 °C e per un periodo di tempo che varia tra i 10 e i 15 minuti, le particelle di olio si aggregano tra loro, iniziandosi a separare dalla pasta per poi procedere alla fase vera e propria di estrazione attraverso il decanter. Il processo avviene quindi a bassa temperatura, senza aggiunta di acqua, per esaltare le caratteristiche aromatiche ed organolettiche tipiche dell'olio "Laudemio". La conservazione avviene in piccoli serbatoi di acciaio inox, sotto atmosfera di gas inerte e dopo i controlli delle apposite Commissioni previste dalle normative. L’olio viene sottoposto ad una ulteriore selezione aziendale volta ad assicurare un altissimo standard qualitativo prima di essere imbottigliato presso il frantoio aziendale in particolari e tipiche bottiglie da 500 ml.
Laudemio 2019 si presenta di un colore verde intenso brillante. Al naso è profondo e persistente, ricorda l'oliva appena franta. Al palato è elegante e fruttato, con una spiccata nota piccante che tenderà a diminuire dopo alcuni mesi.
Il Laudemio era, nella tradizione medievale, la parte del raccolto riservata al signore. Il Laudemio dei Marchesi Antinori mantiene quello che il suo nome “dichiara”: il meglio dagli oliveti delle Tenute del Chianti, coltivato e prodotto esclusivamente per raggiungere la qualità, senza nessuna mediazione. Pur essendo tipico, manifesta caratteristiche organolettiche peculiari che lo rendono inconfondibile.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.
Il Chianti Classico è il cuore della Toscana e della toscanità. Non solo dal punto di vista geografico, ma anche per l’importanza storica, per la cultura, per le tradizioni, per il paesaggio di straordinaria intensità e bellezza. È nel Chianti Classico che si trovano le tenute storiche dei Marchesi Antinori, produttori vinicoli dal 1385 e da quel tempo innamorati di questa terra. Le “specialità” e gli oli vogliono rendere omaggio alla ricchezza della campagna del Chianti Classico ed ai suoi prodotti più tipici e veri, frutto di una tradizione agricola e vitivinicola centenaria.