Il 2020 nel Chianti Classico è iniziato con un inverno mite e asciutto, contraddistinto solo nella parte finale del mese di marzo da un breve periodo freddo. Queste condizioni climatiche hanno favorito un importante anticipo del germogliamento delle piante senza comprometterne la crescita, avvenuta in maniera ottimale grazie a una seconda parte di primavera mediamente piovosa e piuttosto fresca. L’estate è stata calda ma priva di eccessi termici e con alcuni eventi piovosi che hanno consentito ai grappoli un perfetto sviluppo. Il mese di settembre, durante il quale hanno preso inizio le operazioni di vendemmia, è stato caratterizzato soprattutto nella parte finale da un’intensificazione delle piogge che non hanno però inficiato la qualità della raccolta: queste precipitazioni sono state di aiuto per completare al meglio la maturazione fenolica delle uve. La vendemmia per Pèppoli è iniziata il 17 settembre e si è conclusa durante la prima settimana di ottobre.
Le uve, raccolte separatamente per varietà , sono state diraspate, pigiate delicatamente e introdotte in serbatoi di acciaio inox. La fermentazione alcolica ha avuto luogo a una temperatura controllata tra i 26 ed i 28 °C in modo da esaltare l’espressione aromatica e preservare le note fruttate e floreali di ciascuna varietà ; la macerazione, gestita con interventi meccanici volti all’estrazione di tannini soffici e dolci, è decorsa in circa 10 giorni per il Sangiovese fino a un massimo di due settimane per le varietà complementari. Terminata la fermentazione malolattica entro la fine dell’inverno, il vino assemblato è stato trasferito in legno, dove ha maturato in botti grandi di rovere di Slavonia e, per una piccola parte, in barrique e serbatoi di acciaio inox. L’imbottigliamento è avvenuto nel mese di gennaio 2022.
Dai vigneti della tenuta Pèppoli, nasce un Chianti Classico da uve Sangiovese unite a varietà complementari, concepito per essere apprezzato nel pieno dell’espressione del frutto. Un vino capace di rappresentare il territorio del Chianti Classico e la sua storica varietà attraverso i tipici aromi floreali e fruttati. Pèppoli viene prodotto dal 1985 e dall’annata 2013 parte delle uve vengono vinificate nella cantina Antinori nel Chianti Classico.
Pèppoli 2020 si presenta di un colore rosso rubino. Al naso spiccano intense note di frutti rossi come ciliegia, ribes e fragola, accompagnate da un sottofondo floreale di viola e lavanda con leggeri richiami speziati di liquirizia. Al palato, l’ingresso morbido è accompagnato da sensazioni vibranti e sostenuto da tannini ben disposti che introducono un finale fresco e sapido.
Il 2020 nel Chianti Classico è iniziato con un inverno mite e asciutto, contraddistinto solo nella parte finale del mese di marzo da un breve periodo freddo. Queste condizioni climatiche hanno favorito un importante anticipo del germogliamento delle piante senza comprometterne la crescita, avvenuta in maniera ottimale grazie a una seconda parte di primavera mediamente piovosa e piuttosto fresca. L’estate è stata calda ma priva di eccessi termici e con alcuni eventi piovosi che hanno consentito ai grappoli un perfetto sviluppo. Il mese di settembre, durante il quale hanno preso inizio le operazioni di vendemmia, è stato caratterizzato soprattutto nella parte finale da un’intensificazione delle piogge che non hanno però inficiato la qualità della raccolta: queste precipitazioni sono state di aiuto per completare al meglio la maturazione fenolica delle uve. La vendemmia per Pèppoli è iniziata il 17 settembre e si è conclusa durante la prima settimana di ottobre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.