Annata caratterizzata da scarsità di pioggia nel periodo autunnale che ha portato alla formazione di acini di dimensioni eccezionalmente ridotte caratterizzati da un elevato rapporto buccia/polpa. Altra caratteristica dell’annata è stata la concentrazione non particolarmente elevata degli zuccheri all’interno delle bacche. Infatti, subito dopo le piogge di fine agosto le piante hanno preso ad assorbire acqua con forza e gli acini idratandosi hanno avuto un buon incremento di peso ma hanno subito una evidente diluizione degli zuccheri accumulatisi fino a quel momento. Nelle settimane successive, nel corso della maturazione, gli zuccheri si sono ovviamente accumulati ma senza raggiungere i livelli molto elevati che generalmente si riscontrano nelle annate calde. Questi due fenomeni hanno consentito l’ottenimento di vini ricchi di polifenoli ma molto equilibrati per il medio contenuto di alcool. Le scarse dimensioni degli acini e dei grappoli si sono tradotte in una drastica riduzione della resa in mosto e della produzione per pianta e in generale nei vigneti. La produzione del 2012 infatti è stata più scarsa di quella del già avaro 2011. La vendemmia è iniziata a metà settembre e si è conclusa nella prima settimana di ottobre.
La raccolta delle uve destinate a Sabazio è avvenuta verso la fine del mese di settembre. Il caldo che ha caratterizzato l’estate 2012 non ha creato problemi alla maturazione del Sangiovese destinato a Sabazio poiché, essendo una varietà a maturazione tardiva, ha beneficiato delle piogge settembrine unite alla diminuzione della temperatura. L’uva così raccolta dopo la diraspatura è stata pigiata e introdotta in serbatoi di acciaio, dove ha svolto la fermentazione alcolica per un periodo di circa 10 giorni. Dopo di ciò il vino è stato travasato in botti grandi, dove ha svolto la fermentazione malolattica ed iniziato un periodo di affinamento della durata di circa 4 mesi. Il vino così ottenuto è stato quindi preparato per l’imbottigliamento.
Fattoria La Braccesca si estende su una superficie totale di 508 ettari ed è composta da due corpi separati: il nucleo storico dell'azienda si trova nella zona di Montepulciano, con 103 ha piantati a vigneto nelle migliori sottozone del Nobile di Montepulciano; l'altro, con 233 ha di vigneto, si trova ai piedi delle colline circostanti Cortona. Il nome del vino si ispira a Sabatino Lulli, detto "Sabazio", monaco dell'abbazia di Montepulciano che per primo, nel periodo medievale, ha fornito le indicazioni per la produzione di vino nella zona. La prima annata di Vino Rosso di Montepulciano de La Braccesca è stata la 1992.
Di colore rosso rubino brillante, il Sabazio 2012 ha un profumo intenso di frutta fresca a bacca rossa combinato a note floreali. Al palato mostra un’ottima acidità che sostiene il vino e, insieme alle note minerali e fruttate, ne esalta la piacevolezza. La degustazione si chiude con una buona persistenza e tannini morbidi ed eleganti.
Annata caratterizzata da scarsità di pioggia nel periodo autunnale che ha portato alla formazione di acini di dimensioni eccezionalmente ridotte caratterizzati da un elevato rapporto buccia/polpa. Altra caratteristica dell’annata è stata la concentrazione non particolarmente elevata degli zuccheri all’interno delle bacche. Infatti, subito dopo le piogge di fine agosto le piante hanno preso ad assorbire acqua con forza e gli acini idratandosi hanno avuto un buon incremento di peso ma hanno subito una evidente diluizione degli zuccheri accumulatisi fino a quel momento. Nelle settimane successive, nel corso della maturazione, gli zuccheri si sono ovviamente accumulati ma senza raggiungere i livelli molto elevati che generalmente si riscontrano nelle annate calde. Questi due fenomeni hanno consentito l’ottenimento di vini ricchi di polifenoli ma molto equilibrati per il medio contenuto di alcool. Le scarse dimensioni degli acini e dei grappoli si sono tradotte in una drastica riduzione della resa in mosto e della produzione per pianta e in generale nei vigneti. La produzione del 2012 infatti è stata più scarsa di quella del già avaro 2011. La vendemmia è iniziata a metà settembre e si è conclusa nella prima settimana di ottobre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.