L’inverno 2016 è stato caratterizzato da scarse precipitazioni e temperature miti al di sopra della media stagionale; queste particolari condizioni climatiche hanno favorito un anticipo del germogliamento di circa 10-15 giorni rispetto alle precedenti annate. Dalla metà del mese di aprile, l’abbassamento delle temperature e le abbondanti precipitazioni hanno rallentato la crescita del germoglio riequilibrando il ciclo vegetativo. L’estate, tendenzialmente calda ed asciutta, ha consentito il perfetto sviluppo della vite ed un ottimo inizio di maturazione; dalla fine del mese di agosto, così come per tutto settembre, le importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte, registrate soprattutto in prossimità della raccolta, hanno garantito un ottimo sviluppo della componente aromatica delle varietà. La vendemmia è iniziata intorno alla fine del mese di settembre.
All’arrivo in cantina le uve sono state diraspate e pigiate in modo soffice; il mosto così ottenuto è stato trasferito in serbatoi di acciaio inox dove ha svolto la fermentazione alcolica ad una temperatura controllata non superiore ai 28°C, con l’obiettivo di preservare ed esaltare le caratteristiche aromatiche delle varietà. Dopo la svinatura il vino ha raggiunto i serbatoi di acciaio inox per svolgere la fermentazione malolattica ed iniziare il periodo di affinamento, durato circa 4 mesi. Sabazio è stato imbottigliato nella primavera 2017.
Fattoria La Braccesca si estende su una superficie totale di 508 ettari ed è composta da due corpi separati: il nucleo storico dell'azienda si trova nella zona di Montepulciano, con 103 ha piantati a vigneto nelle migliori sottozone del Nobile di Montepulciano; l'altro, con 233 ha di vigneto, si trova ai piedi delle colline circostanti Cortona. Il nome del vino si ispira a Sabatino Lulli, detto "Sabazio", monaco dell'abbazia di Montepulciano che per primo, nel periodo medievale, ha fornito le indicazioni per la produzione di vino nella zona. La prima annata di Vino Rosso di Montepulciano de La Braccesca è stata la 1992.
Sabazio 2016 si presenta di un colore rosso rubino intenso tendente al viola. Al naso colpiscono fresche note floreali e fruttate, di violetta e ribes rosso. Al palato è fine, elegante, con un lungo finale dolce e fruttato che richiama gli aromi percepiti al naso.
Galloni 90/100 IT Wine Spectator 90/100 USA
L’inverno 2016 è stato caratterizzato da scarse precipitazioni e temperature miti al di sopra della media stagionale; queste particolari condizioni climatiche hanno favorito un anticipo del germogliamento di circa 10-15 giorni rispetto alle precedenti annate. Dalla metà del mese di aprile, l’abbassamento delle temperature e le abbondanti precipitazioni hanno rallentato la crescita del germoglio riequilibrando il ciclo vegetativo. L’estate, tendenzialmente calda ed asciutta, ha consentito il perfetto sviluppo della vite ed un ottimo inizio di maturazione; dalla fine del mese di agosto, così come per tutto settembre, le importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte, registrate soprattutto in prossimità della raccolta, hanno garantito un ottimo sviluppo della componente aromatica delle varietà. La vendemmia è iniziata intorno alla fine del mese di settembre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.